capitolo 4 (fratelli)
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Nel villaggio gli uomini si amavano come fratelli ed amavano la vita, vivendo
con gioia e pienezza. Si percepiva un calore maschile che lui non aveva mai
sentito ma che emetteva delle frequenze che risuonavano nel suo corpo dandogli grande piacere
e voglia di essere. Sentì per la prima volta che la vita poteva essere una cosa diversa dalla
solitudine, poi sentì uscire dagli occhi delle lacrime e pensò che fosse successo qualcosa di
brutto perché le uniche volte che gli era capitato era quando si era fatto male a lavoro..
però lui stava bene e capì per la prima volta che le lacrime non uscivano soltanto
per il dolore ma anche per la gioia.
Nei libri proibiti aveva letto qualcosa riguardo alla gioia ma fino a quel momento
si rese conto che non l'aveva mai provata davvero.
C'erano anche molte donne, ma non erano schiave, ne sottomesse, erano anche loro bellissime,
solari, anche loro piene di gioia anche senza sorridere e quando sorridevano era come veder
nascere un fiore, come essere sfiorati da una brezza fresca e odorosa. Non aveva mai visto
un sorriso così, si era innamorato immediatamente di quelle donne. Su Elsaf sorridere era una
prassi, un obbligo nei locali pubblici, con pesanti sanzioni e punizioni per chi non osservava
meticolosamente i comportamenti predefiniti, ma li quelle donne sembravano sorridere perché lo
volevano fare, lo desideravano, desiderio.. iniziò a sentire questo dentro di se..
desiderio ecco cosa era.. come la gioia anche questo provò per la prima volta.
Toccante fu l'incontro col padre del suo nuovo amico. Quell'uomo, solo all'apparenza vecchio,
aveva gli stessi occhi scintillanti del figlio, e dopo una stretta di mano forte si misero
a parlare di cose di cui nessuno parlava più nelle città: la comunità, il rispetto della natura,
l'importanza di valori e delle regole condivise, l'uomo, la donna, la musica, la bellezza.
Zed rimase lungamente a parlare con quel vecchio saggio uomo.
Oramai tutto era chiaro. Le educatrici avevano mentito sin dall'inizio.. lo avevano manipolato.
Il mondo la fuori era bellissimo. Uomini forti e saggi, donne morbide e naturali, esseri belli
e diversi, non sembravano animali sebbene ci vivessero in equilibrio ed erano molto più umani
del posto dove lui era cresciuto.
Dalla gioia del settimo cielo dove si trovava d'improvviso ricascò pesantemente sulla terra e
fu trafitto da un dolore al cuore: la sua gente stava morendo. La sua gente non stava nemmeno
vivendo.. la sua.. la sua gente l'aveva appena chiamata..? cos'è.. appartenenza..
senso di appartenenza.. non aveva mai provato questo, gli avevano insegnato che un individuo
era solo una risorsa umana, ma qui tutto era cambiato.. ora aveva osservato il gruppo, la tribù,
una cosa unita, affiatata, in armonia, insomma aveva capito che bisognava curare l'individuo
e la comunità insieme.. non ci poteva essere scelta, e la sua comunità aveva bisogno di aiuto.
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