capitolo 3 (l'uomo selvatico)

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Non aveva la divisa maschile, era un po' spettinato ed aveva del fogliame sulle braccia forse rimasto dal passaggio nel bosco. Aveva in mano un arco di legno ed era fermo. Ma la cosa che lasciò Zed completamente incantato era lo sguardo. Non ne aveva mai visto uno così, quell'uomo davanti a lui aveva occhi lucenti, che sembravano vivi di vita propria, uno sguardo fiero, le labbra di un sorriso sereno e tutto il suo corpo parlava di bellezza, Zed non aveva mai visto un uomo comunicare la propria anima così, mostrarsi così senza indugi, senza paura, quell'uomo davanti a lui sembrava una pietra, un albero, un fiume, trasmetteva un'armonia ed una pace interiore che non aveva mai visto prima in nessun essere umano.

Zed sarebbe rimasto li tutta la vita ma l'uomo ad un certo punto alzò un braccio indicando in alto. Indicava il sole che stava calando. Zed si accorse che era tardi, doveva rientrare prima dell'ispezione serale, fece un gesto come di saluto e prese a correre verso le mura, vide l'uomo allontanarsi.. ma come faceva quell'uomo a sapere che doveva rientrare? Secondo le educatrici Zed avrebbe dovuto essere già morto, ucciso dalla rabbia cieca e dalla violenza innata dei maschi selvaggi e cannibali fuori dal muro.

Zed tornò ancora nei giorni successivi, scoprì che quell'uomo parlava, volle seguirlo al suo villaggio dove fu accolto con calore e amicizia.


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