![]() La Paternità: uno sguardo al passato, al presente ed al futuro. Mauro Montanari è uno psicologo, seminarista e giornalista di rilievo internazionale. Specializzatosi in Germania si è occupato di programmazione neuro linguistica e ipnosi. Nel 2009 il Presidente Giorgio Napolitano l'ha insignito del titolo di Grande Ufficiale della Repubblica. PREMESSA DEL DR. MONTANARI Una delle cose belle del navigare in Internet è che si fanno incontri interessanti. Uno di questi è con Fabio Barzagli, che da 20 anni è Coach sul tema della Paternità fondatore del portale www.paternita.info. Già, perché di questo si parla poco. Anzi, è come se il problema non esistesse. Ed invece c’è, eccome! Economico, affettivo, sociale, psicologico, e chi più ne ha più ne metta. Ho inviato a Fabio delle domande e pubblico le risposte esattamente così come sono arrivate. Una testimonianza al di fuori del Pensiero Unico Organizzato. Quindi, grazie Fabio! L'INTERVISTA M - Perché assistiamo oggi ad una così evidente fuga dalla Paternità? F - Rispondo citando l'antropologo contemporaneo Maurizio Quilici e lo storico inglese Sir Charles Petrie. Entrambi hanno notato un andamento oscillante della presenza paterna in casa. Detta in modo semplice se si esamina la storia degli ultimi 15.000 anni il padre è stato presente in casa a fasi alterne, a volte c'era a volte no, in un periodo era un padre stanziale e nel periodo successivo invece viveva lontano da casa e dai figli. Arrivando all'oggi si può dire che il periodo industriale (XIX secolo) ha materialmente allontanato il padre da casa, un padre relegato a procacciatore economico, che mantiene la famiglia ma che vive lontano dalla famiglia, a differenza del periodo precedente, quello contadino, dove il padre lavorava nel podere di famiglia e quindi era più presente. Questo allontanamento è tutt'oggi visibile. Siamo nel 2023 ed il 40% dei bambini crescono senza il papà biologico in casa. Dagli anni '90 si è aggiunto ad aggravare la situazione il fenomeno di separazioni e divorzi (circa 150.000 l'anno) che anch'essi allontanano il padre di casa. L'ultima ragione della lontananza del padre da casa riguarda le donne: già.. perché se da una parte l'uomo è stato contento di veder la donna entrare nel mondo del lavoro, ci sono invece grandi resistenze da parte delle donne che non vogliono che l'uomo entri nel mondo della famiglia. E' una resistenza di tipo culturale psicologico, la donna (non tutte ma molte) non è pronta a condividere un progetto genitoriale col marito (o ex. marito) e vede i figli come una proprietà personale, una proprietà da non condividere. Quindi, è bene chiarirlo, non sono i padri a non voler fare i padri (eccezioni a parte) ma la mancanza di cultura e piani di conciliazione tra lavoro e paternità, i divorzi, ed infine l'egoismo delle madri, a tener lontani i padri dai figli con grave gravissimo danno per i nostri ragazzi e per la società intera. M - Come deve essere secondo te un padre? F - Arrivato ai 50 e molta esperienza di vita, studio e supporto alle coppie in difficoltà attraverso Paternita.info, posso affermare che uomo e donna sono ancora diversi, anche se qualche ideologia sessantottina vorrebbe vederli uguali. Siamo biologicamente diversi, istintualmente, culturalmente, abbiamo alle spalle milioni di anni nei quali ci siamo formati in modo diverso e complementare. Siamo fatti per cooperare uomini e donne, unirsi in famiglie, educare la prole. Tutto qui. Il Padre a mio avviso è colui che tra i due genitori meglio rappresenta la storia dell'Umanità: infatti se nei millenni la donna si è occupata della casa l'uomo si è occupato dell'esterno, se la donna ha curato i corpi, l'uomo ha curato i mondi. - In questo senso quindi uno dei primari compiti del Padre è la Trasmissione dei saperi storici una trasmissione orale che se interrotta porta la società al declino. Nessun museo, documentario o altro, possono supplire a questa trasmissione dei saperi che il padre fa verso i figli. Questo è il compito Filosofico del padre. - Poi c'è un compito Educativo, educare alla morale, al rispetto, alla cooperazione, alla pace, e soprattutto educare al "limite" il padre infatti con la sua voce profonda ed il corpo possente è facilitato ad imporre il limite ai bambini ed ai ragazzi che crescono. L'insegnamento del limite li salverà dalla depressione perché i figli che non hanno questo tipo di insegnamento, che ricevono sempre dei sì, che ottengono subito tutto ciò che vogliono, diventeranno degli adulti insoddisfatti, dipendenti, che non sapranno stare al mondo ed accettare la realtà della vita. - Infine c'è il compito Affettivo, le mani del padre, la sua villosità, il suo sguardo e tutta la sua essenza mascolina, fare l'esperienza della dolcezza del padre è qualcosa che apre il cuore al bambino, gli fa capire che anche chi è forte e potente può essere buono ed accogliente, la dolcezza paterna è qualcosa di diverso dalla dolcezza materna ed i figli devono farne esperienza. Ovviamente dobbiamo offrire ai figli padre e madre innamorati e maturi, bisognerebbe fare dei corsi prematrimoniali per preparare gli uomini e le donne a prendersi la grande responsabilità che comporta formare una famiglia, ovvero una relazione che si spera sia eterna e l'educazione e la cura dei figli che ovviamente non finisce ai 18 anni ma continua per tutta la vita. Da genitori felici possono crescere figli felici ha detto il premio nobel Daniel Kahneman nel 2002. M - Vedi un conflitto tra i sessi nel mondo contemporaneo, e quali sono le sue origini? F - Anche qui rispondo citando una delle figure più influenti degli ultimi decenni, scrive Tiziano Terzani nel libro Un Altro Giro di Giostra del 2004: " Una guerra a cui non ero abituato, essendo vissuto per più di 25 anni in Asia, era la guerra dei sessi, combattuta in una direzione soltanto: le donne contro gli uomini. " Oramai tante menti risvegliate si sono accorte di questa guerra mossa dalle donne (il femminismo) verso gli uomini. Motivo? Il più banale di tutti: l'egoismo. Le donne si sono accorte che se si coalizzano, fanno cordata, possono avere non solo metà della torta ma tutta la torta. Il femminismo negli ultimi decenni ha quindi costituito un Apartheid di Genere, una vera e propria società a Caste dove le donne sono in alto e gli uomini in basso. Le donne hanno diritti e privilegi, gli uomini doveri e schiavitù. Per ogni causa di morte spiega l'EUROSTAT muoiono più uomini che donne, e questo banalmente a causa della peggior qualità di vita che gli uomini conducono. Si pensi agli abbandoni scolastici 3 su 4 maschili, ai 4000 suicidi l'anno l'80% maschili, alle migliaia di morti ed invalidità gravi sul lavoro quasi tutte maschili, al barbonismo fondamentalmente maschile, ai problemi di dipendenza (ludopatia, sostanze, sex addiction, ecc..) in prevalenza maschili. Riguardo ai privilegi femminili oggi abbiamo leggi e quote rosa, finanziamenti rosa, assunzioni rosa, se viene uccisa una donna ne parla il TG per una settimana se viene ucciso un uomo non frega niente a nessuno. Forse il più clamoroso dei privilegi è quello che io chiamo (rifacendomi ad alcune tribù antiche) il Diritto di Ripudio del Marito: la donna in qualunque momento della relazione con uno schiocco di dita allontana l'uomo dai propri figli, dalla propria casa, lo rende indigente e senza dignità. Non a caso l'EURISPES ci ricorda che l'80% dei padri separati non riesce a sopravvivere con ciò che resta dello stipendio (parliamo di 4 milioni di indigenti) padri che vivono nelle Caritas, in macchina, in monolocali fatiscenti e non adatti ad ospitare i loro figli. Un vero dramma di cui la società non parla, perché appunto un dramma maschile, ma nella società femminista è vietato di parlare dei problemi maschili, si può parlare solo di quelli femminili. M - Come sarà la società di domani? F - Questa è veramente una domanda difficile. Ed io non ho la sfera di cristallo. Posso fare due ipotesi: quella positiva dove gran parte della popolazione diventa "consapevole" sul mondo, sulle relazioni, sulla vita, sulla società, ed in modo naturale le cose si sistemano, si torna a far famiglia, si torna ad offrire ad ogni bambino un padre ed una madre maturi, si torna ad educare la prole per farla diventare degna cittadinanza del futuro, si torna a dare importanza al lavoro che oggi è spesso schiavitù ed altrettanto spesso non è più un contributo alla crescita sociale come indica la Costituzione, si torna soprattutto a dare importanza allo Stato, alla Comunità, si perché se quando sono nato negli anni 70 eravamo una Comunità piuttosto coesa ed unita in Famiglie solide, oggi siamo solo un insieme disomogeneo e conflittuale di individui, senza ne capo ne coda, alla deriva. L'ipotesi negativa invece è, come sostiene lo storico Petrie, la società continui ad oscillare tra opposti insani, restando eternamente conflittuale, integralista ed ottusa, alternando quindi periodi di pace a periodi di guerra, periodi di evoluzione a periodi di decadenza. M - Tu dai molta importanza al ritorno al selvatico. Perché? F - Sì. La figura del Selvatico è una figura importante, mitologica, che si ritrova spesso nei dipinti, nelle sculture e nelle narrazioni antiche. All'interno del portale www.paternita.info troverete un mio blog denominato Ritorno Nel Bosco che affronta queste tematiche. Per farla semplice noi esseri umani per milioni di anni ci siamo sviluppati vivendo "nella" Natura. Dalle culture semi nomadi a quelle contadine, sino a 70-80 anni fa la maggioranza degli italiani viveva nelle campagne quindi a stretto contatto con la natura, le piante, gli animali, i ritmi naturali. Le città.. che a noi sembrano normali.. in realtà sono invece un recentissimo esperimento sociale di cui non conosciamo le conseguenze ma le intravediamo: malattie, malattie, malattie, da quelle fisiche all'esplodere di quelle mentali. In realtà le città secondo il mio punto di vista di uomo selvatico sono dei luoghi mortiferi, grigi, malsani, lontano dal nostro metronomo che è la natura. Senza la natura intorno noi perdiamo la bussola, perdiamo i nostri istinti vitali di uomini e donne, ci ammaliamo e diventiamo depressi. Per questo in futuro dovremo tornare a vivere nel verde selvatico, certo con le medicine e la tecnologia di oggi, ma non più in questi luoghi grigi ed asettici che sono le città. Nota: l'associazione www.paternita.info offre servizi gratuiti di orientamento ed aiuto alla persona ed alla famiglia. Dal sostegno per neo-padri ai papà separati, dal lavoro sullo sviluppo di una maschilità consapevole all'impostazione di una coppia uomo-donna funzionale, dalla depressione alla risoluzione dei nodi inconsci verso la figura paterna >> TESTO INTEGRALE INTERVISTA IN PDF |