Quello che manca al maschile oggi è la tenerezza, l'amore, il dialogo, l'empatia, la comprensione,
gli sguardi di affetto, il contatto mentale, il calore umano.
Il silenzio dei nostri padri, la loro assenza, la loro lontananza psichica,
la loro aridità di amore e tenerezza, sono stati come un piccolo, lievissimo veleno,
che però iniettato ogni giorno nella nostra vita ci ha portato ad ammalarci.. lentamente.. ogni giorno..
dietro alle superficialità dei manierismi, all'ipocrisia delle parole,
agli sguardi fuggenti si celava un dolore, una paura, una verità che i nostri genitori
non hanno mai avuto il coraggio di confidarci, di esprimerci,
forse perché ciò li avrebbe obbligati ad affrontare questi vuoti, queste paure.
Questo silenzio, questa ipocrisia è stata come una violenza che ha lavorato dentro di noi
per tutta la Vita, deteriorandola, alienandoci da essa stessa.
Addestrati quasi ad ignorare la realtà, le verità, le emozioni, gli istinti,
a rifugiare come loro le insicurezze in qualche utopia, ideologia, credo, siamo cresciuti come macchine,
come automi, e come tali mancanti della cosa che invece più contraddistingue l'essere umano: il sentimento.
Allora la cura è questa: il sentimento, quello nascosto, quello vietato, quello da gay,
quello dei deboli, quello da donne, quello sbagliato: questo ed altri modi la società
nella quale siamo cresciuti ha usato per tenerci lontano da ciò che più temeva..
riconoscersi, vedersi allo specchio.
Guai ad un padre che carezza il figlio o che piange se lo vede mentre va nella vita,
guai ad un ragazzo che parla di amore anziché di politica, di tenerezza anziché di tette e figa,
di poesia anziché di calcio.
Questi siamo noi, gli uomini di oggi, esseri completi ma con un gesso ad una delle due braccia,
un gesso che i medici ci hanno detto "quel braccio è malato, il gesso porterai per sempre,
e attento a non toglierlo perché il braccio potrebbe morire del tutto".
Eccoci qui, ogni volta che abbiamo sentito una pulsazione, un istinto a toglierci quel gesso:
imbarazzo, disapprovazione, solitudine.
Poi un giorno quel gesso me lo sono tolto ed ho visto che il mio braccio era sano.
Ho visto che con quel braccio in più potevo vivere come una persona normale, potevo sentirmi più libero,
potevo sentirmi completo, più indipendente. Potevo amare, piangere, ridere,
essere di sinistra o destra, tenero o severo, perché sentivo giusto così e pensavo giusto così,
ero io che decidevo ora, non più le paure di mio padre, non più le paure di tanti grandi
e piccoli uomini eterni adolescenti.
La paternità mi ha aiutato a togliermi quel gesso, a lasciar defluire tutti i liquidi che tratteneva,
certo ancora è un processo lungo perché c'è tanto dolore, tanto non vissuto,
tanta vita non amata, ma sotto quel gesso, insieme alla tenerezza, alla bontà, all'amore,
c'è anche la voglia di vivere e sperare in un mondo migliore.
L'OMS dice che ogni anno nel mondo 1.000.000 di persone si suicidano, più vittime delle guerre:
4 su 5 sono uomini, il motivo principale dice l'OMS è la non speranza nel futuro..
erano tutte persone col braccio ingessato, infatti nei paesi poveri ed ignoranti il numero
ed il rapporto sale a 7 su 8, il braccio è quello sinistro, quello più vicino al cuore.
Jung la chiama Anima (la parte femminile del maschile dice), io invece lo chiamo essere una persona umana,
io invece lo chiamo essere uomini completi, cioè forti e razionali, ma anche teneri e sensibili.
Ovunque nel mondo la malattia più grande del maschile è la solitudine,
in Italia si vede dal milione di persone che si lasciano andare (barbonismo, depressione)
dai 600.000 carcerati quasi tutti uomini, dal 3-5 milioni di clienti di prostitute
(auto-emarginazione dalla propria famiglia) da molti padri che ancora abbandonano la propria paternità,
la propria ragione di vita.
Perciò la cura è questa: uscire dalla solitudine, dal silenzio, dal distacco, dal vuoto, dalla paura,
dalle angosce e dall'ansia, dalle ideologie e costrizioni, dalla violenza e dalla passività,
dal mondo dei numeri e del calcolo che da solo finte o parziali sicurezze che da sole non reggono.
La cura migliore per l'uomo è l'amore, che poi è anche la migliore per il mondo.
Se per amare dovessi diventare prete, gay, donna, alieno, larva, cinghiale, lo farei.
Ma tanto ho capito che l'amore non può portare altro che ad una cosa: a diventare te stesso,
a riconoscerti per ciò che sei, per le tue potenzialità,
ad aprirti gli occhi al mondo a tutto ciò che di bello c'è e tutto ciò che di bello puoi fare tu,
che è tanto, perché nel mondo dell'amore esiste una parola che si chiama infinito,
il dono, il dialogo, la conoscenza, l'affetto, lo sguardo, sono tutte cose infinite,
perché nel mondo dell'amore non esiste la noia e l'omologazione, ma la creatività
e la realizzazione di ogni individuo.
La separazione da mia figlia, mi ha fatto capire quanto più grande sia l'amore,
perché sebbene tante persone, giudici e leggi dello stato abbiano cercato di ucciderlo,
lui non s'è neppure scalfito, mi ha sempre indicato la strada ed ora risplende al sole
di fronte a mia figlia, a me, al mondo, insieme a milioni di altre gemme lucenti
che sono tutte le anime delle persone che riescono ad amare.
Aprire gli occhi su questo panorama di colline e smeraldi è importante per capire
qual è il mondo che vogliamo per domani,
perché lo possiamo realizzare e sarà bello andare a letto e sognare finalmente qualcosa di bello:
il mondo che sarà domani.
Non ho più paura di piangere, di dire al mondo chi sono e so che quando morirò
una parte del mio diamante continuerà a splendere in quello dei miei figli e dei miei cari,
la vita forse è breve ma preferisco questo passaggio di scintille fantastiche che un'eternità di buio.
Io sento che molte persone, molti uomini, che hanno sofferto e che non hanno fatto finta
di non vedere ma che si sono presi cura di quel dolore e di tutti i significati che c'erano dentro,
oggi stanno rinascendo per portare al mondo la bellezza del loro diamante.
Shine on, you crazy diamond.
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SUL SILENZIO DEI PADRI . PDF