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Il ruolo di Padre
del settembre 2013 - anche diffuso in comunicato stampa da Affaritaliani.it
LA SOCIETA' SENZA SCOPO
Il 1900 ci ha insegnato un concetto importante:
"la realtà è relativa" - io aggiungo una parola - "la realtà umana è relativa" -
ovvero la realtà universale è una sola ma le nostre menti possono percepirne soltanto una parte,
una visione parziale.
Per questo 1000 persone potrebbero addirittura tracciare 1000 direzioni diverse della società,
in tal caso la società non andrebbe da nessuna parte
(come illustra perfettamente la metafora della Torre di Babele).
Succederebbe un po' come oggi
(mondo delle lobby, corporazioni, fazioni, caste, etc.): tiriamo tutti il carro in mille direzioni,
ed il carro resta fermo; potevamo avere 50, ma volendo 100 stiamo ottenendo 5, o anche niente.
Direzione ed armonia dunque sono necessarie, è per questo che
la società non può funzionare senza buoni capi.
Essi sono necessità fisiologica per una famiglia, per una città, per uno Stato
e per ogni gruppo umano organizzato che vuole andare da qualche parte, costruire qualcosa, esistere.
Per questo negli anni '40 insieme alla Repubblica ed alla Costituzione
fu scritto il Diritto Civile che, insieme ai fondamenti di uguaglianza e libertà,
definiva anche il ruolo di Capofamiglia (esattamente "buon padre di famiglia").
La mancanza di capi, di direzione ed armonia viene definita oggi col termine "relativismo".
PERCHE' SONO PADRE
Ai miei figli insegno a ragionare con la loro testa, insegno l'indipendenza.
Ma insieme dono anche le mie verità, uno scoglio solido dal quale partire e sul quale contare.
Le libertà di pensare e scegliere da sole non bastano perché sono per l'essere umano
una ricerca senza punto di partenza che porta ad una strada senza punto di arrivo.
Se siamo certi che la conoscenza è infinità e la verità mai osservabile nella sua completezza
allora qualsiasi percorso o vita che pensa raggiungerli sarà un doloroso fallimento;
se invece partiamo dallo scoglio (per esempio del padre) per arrivare ad uno proprio
è cosa più umana, felice, per quanto appunto limitata possa sembrare vista
dal grande occhio della Vita, o di Dio per chi crede.
[dalla sezione Psicobolario]:
" I Genitori sono le due persone che agiscono l'imprinting iniziale nel figlio,
e rappresentano per i primi 15-20 anni la gran parte dell'ambiente d'influenza.
Da qui si intuisce come possano influenzarne la natura, sana o insana, pacifica o violenta,
buona o malvagia, mettere le basi per un futuro di inferno o di paradiso.
L'imprinting avviene comunque anche qualora i genitori educhino poco o niente,
semplicemente provvederà l'ambiente esterno,
il cervello del figlio comunque tenterà di prendere una forma precisa,
di solito in questi casi prevale il caos e le persone abbandonate a tale stato
da adulte faranno grande fatica a trovare identità ed equilibrio personale. "
Dai miei genitori sono sempre stato lasciato al vento come un bellissimo fiore, e finché
si gode la brezza (da ragazzi) è bello.. ma quando più da grande devi metter radici non lo puoi fare.
Essere padre dunque vuol dire donare ai miei figli la capacità di senso, stabilità,
un futuro migliore, perché possano sempre voltarsi e vedere con chiarezza da dove sono venuti,
senza sentire mai alle spalle quel vuoto profondo e spaventoso come il più buio dei crepacci.
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