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La mia strada ... alla ricerca di sé stessi
del settembre 2009 - guida al ragazzo che i genitori non ce li ha..
oppure ce li ha.. ma si sente senza - (dalla sezione "verso l'uomo che sarò")
purtroppo non tutti noi ragazzi abbiamo avuto i genitori, o li abbiamo avuti
ma solo all'anagrafe.. o comunque poco presenti.. psicologicamente, emotivamente, moralmente..
ed una volta occupatisi del darci da mangiare e mandarci a scuola.. non hanno fatto altro
(e magari ce l'hanno pure rinfacciato.. ed in tal caso bisognerebbe ricordare loro
che è davvero il "minimo sindacale" e che lo Stato prevede addirittura l'arresto
per quei genitori che non facessero NEPPURE questo..).
DUNQUE.. E SE I MIEI GENITORI NON MI AIUTANO?
Nel mondo complesso e ramificato di oggi, il vero dono, d'amore e rispetto,
che può fare un genitore verso i figli non è quello di dar loro la mattina
un bicchiere di latte ed una pacca sulle spalle, ma bensì educarli
e guidarli alla vita con impegno e sincerità.
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Impegno e sincerità, perché non c'è altro modo di trasmettere queste due importanti doti
se non dando per primi l'esempio, come adulti, seri e maturi.
Il resto sono chiacchiere, manipolazioni, scuse per non mettere in discussione gli errori del passato
e gli scheletri nell'armadio.. molti adulti hanno paura di questo..
ma è una paura sciocca.. basterebbe in fondo pensare che tutti fanno errori..
e che dagli errori si impara,
perciò quando si sbaglia, anche da grandi.. "ammettere l'errore e andare avanti"
..il futuro sarà senz'altro migliore se facciamo così.
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Ma torniamo al titolo.. e se i genitori non mi seguono, non si interessano realmente a me?
Dicevamo.. è capitato a molti, be.. fortunatamente si cresce anche in altri modi,
certo è quasi sempre più faticoso, lungo, frastagliato, ma è possibile.. si può.
Bisogna prima di tutto capire, rendersi conto dell'effettiva incapacità dei nostri genitori
di darci ciò di cui a questa giovane età abbiamo bisogno.
Ma come si fa a sapere ciò di cui abbiamo bisogno se ancora non siamo nella posizione della maturità
di poter giudicare cioè esattamente cosa è bene e cosa è male, cosa è giusto e cosa è sbagliato,
per noi e per gli altri?
Be.. ecco già un compito può essere iniziare col rispondere a questa domanda.
Cosa è bene e cosa è male. Per noi e per gli altri. Cosa è giusto e cosa non lo è.
In fondo questa non è una domanda, ma è LA domanda.
Essere arrivati a porsi questo quesito non sarà essere arrivati al traguardo della saggezza
ma è già una passo ENORME..
..i filosofi infatti ci insegnano che la cosa più intelligente non è correre spasmodicamente
alla ricerca di risposte.. ma piuttosto di saper trovare (e sapersi fare) le giuste domande.
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Un genitore quindi non deve dare solo e sempre dogmi e soluzioni (che spesso poi sono opinabili
o quanto meno personali e relative) ma soprattutto fare e dare al figlio le giuste domande.
Quelle che stimolano e indicano una direzione all'interno della quale il figlio
trova la sua dimensione, il suo modo e approccio alla soluzione,
soluzione che non può che essere personale e unica.. come unico è ogni essere umano su questa terra.
Se il genitore si sottrae a formulare queste domande
(perché magari anche lui non le ha ricevute da piccolo) è bene attivarsi in fretta
per cercare altrove, guardarsi intorno, cercare adulti pronti, uomini capaci di darci idee e spunti,
stando ben attenti ai ciarlatani o a chi furbamente usa la nostra sete di ragazzi,
la nostra voglia di vita, per usarci, sedurci, controllarci, succhiare la giovinezza
che non riesce ad accettare di non avere più.
Perciò massima fiducia e spinta verso la vita,
ma anche attenzione e antenne dritte perché certi adulti possono essere davvero subdoli e pericolosi.
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ADOLESCENZA.. UN PERIODO INFINITO?
Impegno. Mi raccomando.. :) .. perché l'adolescenza non è necessariamente un periodo temporaneo della vita a cui poi segue un altro (come invece ci hanno insegnato sui libri di scienze a scuola), ma talvolta, e molto spesso oggi, si prolunga e perdura per tutta la vita; non è scontato o automatico arrivare alla maturità, non arriva con gli anni, con gli "enta", o "anta", arriva solo come dono dell'impegno sincero che abbiamo profuso nel tempo e della conoscenza autentica che abbiamo saputo acquisire e trattenere.
Insomma, dobbiamo darci da fare. Piangersi addosso non serve e non servirà mai. Anche se abbiamo avuto i genitori più terribili di questo mondo questo non può essere una giustificazione, in ogni caso mi piace ricordare le parole di un saggio che dice che ogni nuova generazione deve ereditare i benefici ma anche sapersi prendere carico degli errori di quella precedente. E' tutto qui.
NON FARE FINTA (SEMPLICI, SINCERI)
Quando si cresce troppo vicino all'ipocrisia e senza guida si impara ahimè a prendersi in giro. Vediamo che gli altri lo fanno, "cosa sarà una piccola menzogna a me stesso".. vedo che gli altri lo fanno, "ho una tristezza dentro ma".. vedo che gli altri non l'affrontano, la mettono da parte, allora si può anche vivere non preoccupandosi, non prendendosi carico di se stessi e dei problemi e tristezze della nostra vita?
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No. Non è così. Non bisogna fidarsi di quelle persone. V'assicuro che segretamente vivono da cani, in un inferno sulla terra, anche se sono bravi a mascherare, ma col tempo imparerete a distinguerli, a distinguere la finzione e recita quotidiana di chi vive nell'inganno di se stesso.
Perciò non abbiate paura se vi sentite diversi dagli altri. E' sano. Non abbiate paura se vi sentite tristi. E' normale. Tutto si affronta e tutto prima o poi si capisce. Scrivete se vi serve, trovate un buon amico sincero che vi capisca, parlate con voi stessi. Voi siete il vostro miglior amico. E' si.. perché chi non ha un buon rapporto di ascolto e rispetto con se stesso difficilmente potrà averlo con altri la fuori.
Perciò non negate a voi stessi se e quando vi sentite stanchi, o apatici, se avete rabbia o odio, se il mondo vi sembra pieno di iniquità, ingiustizia o prepotenze, se vi sentite persi, folli o inascoltati, o se avete fatto brutti o bruttissimi pensieri: fa tutto parte del percorso.
Questi sentimenti li state provando perché siete vivi e evidentemente è necessario che li proviate per arrivare a nuove consapevolezze, nuove comprensioni.
A volte l'adolescenza può essere attraversare qualche valle buia, o infuocata, o trovarsi come nella terra di mezzo senza guida e direzione, ma v'assicuro l'approdo c'è, la terra verde della gioia esiste, bisogna solo avere fede (che ci da coraggio e costanza) e serenità (che ci fa mantenere calmi, pronti, in ascolto, e col cervello pronto a trovare gli spunti giusti).
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Il nostro cervello è la cosa più importante che abbiamo.
Li dentro risiede la nostra coscienza che ora si sta formando sul serio, sta diventando grande,
bella, anche se in questo momento il disegno complessivo non ci appare,
il puzzle non lo vediamo bene perché i pezzi sono ancora pochi e troppo sparsi, il disegno c'è,
per ogni essere vivente, ed è sempre splendido e straordinario come ogni singola vita,
perciò non educhiamo il nostro cervello alla menzogna, ma facciamo si che si relazioni col mondo
e con se stesso nel modo più semplice e sincero possibile.
Noi siamo i protagonisti della nostra vita, ognuno lo è della propria,
se aiutiamo noi stessi in questo poi potremo aiutare anche gli altri ad esserlo.
E se vogliamo che il mondo sia diverso (e migliore) in qualcosa,
allora possiamo iniziare quel cambiamento a partire da noi, diceva Gandhi.
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"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi." -- Marcel Proust
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