I SOLDI DELLE DONNE.
Quando i soldi li portava il padre erano "della famiglia",
ora che li porta la madre sono "della donna".
di paternita.info
pubblicato nel Novembre 2011 da:
MAG. INFOOGGI.IT
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Andando in giro per le città è facile vedere come oggi il mondo sia socialmente cambiato.
Le donne lavorano. E molto. Sono il 75% delle impiegate pubbliche.
E anche nel privato, in qualunque ufficio o negozio è facile vederne in maggioranza.
E' normale anche che in una coppia o famiglia oggi lavorino entrambi i partner
o sia lei sola a lavorare, o comunque a guadagnare più di lui.
Tutto ciò è molto normale e avviene in un qualunque paese democratico.
Cio che è strano però è cosa accade nei tribunali:
ogni giorno nelle circa 500 separazioni (quasi duecentomila/anno)
una buona fetta di uomini che si trova a separarsi è disoccupato, o guadagna
molto meno della compagna. Dovrebbe dunque scattare la ovvia solidarietà famigliare
e quindi la maturazione di un assegno per l'uomo,
che in 2 separazioni su 3 oltre che ex.compagno d'amore è anche padre di uno o più figli.
Ma questo non avviene. Se andiamo a vedere l'ISTAT sugli assegni divorzili
leggiamo che i giudici obbligano a pagare solo gli uomini (95,5% del totale),
e mai o quasi le donne (1,5%). Modalità lontane dalla realtà e dallo stato dei fatti.
Se è una donna o madre disoccupata l'uomo è obbligato a mantenerla con assegni
(spesso per decenni, vitalizi) se è un uomo o padre disoccupato la donna non è obbligata,
e nei rari davvero rarissimi casi in cui eroga un assegno appaiono in sentenza
espressioni bizzarre come il "mantenimento a tempo" (6 mesi, poi ti arrangi..),
talvolta addirittura umilianti rimarcando come sia "disdicevole"
tale situazione e che per "dignità" il signor uomo o padre ricevente
dovrà quanto prima adoperarsi.
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E la solidarietà? La parità? E la Costituzione che prevede trattamento
uguale tra uomini e donne? Ma non basta, mentre ciò accade nei tribunali,
in politica tra ideologie e classe dirigente si sentono girare affermazioni
del tipo "i soldi della donna" (*), "indipendenza della donna", ??,
cioè un po' come a dire guai a chi tocca i guadagni, i capitali femminili.
Insomma quando i soldi li portava il padre erano "della famiglia",
ora che li porta la madre sono "della donna".
E poi ci chiediamo perchè oggi viviamo in un mondo individualista..
(lettera firmata)
(*) Recente il caso delle pensioni innalzate a 65 anni anche per le donne
(che pur vivendo di più, potevano lavorare di meno).
Subito un gruppo di deputate (di sinistra e di destra, il solito partito rosa, trasversale)
hanno protestato e fatto pressione a tutti i livelli
perchè quei soldi fossero investiti non per i cittadini tutti ma solo per le femmine.
Una richiesta clamorosamente incostituzionale.
Una pagina nera e vergognosa per la democrazia e per il femminile.
Con questo ragionamento allora i soldi dello Stato (le tasse)
dovrebbero essere spesi prettamente in servizi ai cittadini maschi
in quanto sono sempre stati (e sono tutt'ora) i maggiori contributori fiscali.
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