False accuse di maltrattamenti: un pericolo per i cittadini di sesso maschile.
di paternita.info - da politicamentecorretto - magazine famigliaitaliana - quotidiano tarantosera - adiantum - papàseparatiliguria - papàseparatitorino - periodico pensalibero - e dal quotidiano affaritaliani ______________________________________________________________________________________________________

Il giusto processo (C.I.Art.111) stabilisce condizioni di parità tra accusante ed accusato. Per l'accusato vale il principio di - presunzione di innocenza - sino a quando non si comprovi reale colpa di un crimine.

Tali principi di tutela dei cittadini oggi però sono a rischio, violati particolarmente nei confronti della popolazione maschile: di fatto nei casi di denuncie di violenza o maltrattamenti sporte da una donna la prassi giudiziaria sempre più spesso adotta provvedimenti di giudizio o arresto preventivo.

Si capisce che ciò è molto grave.

Non passa giorno infatti in Italia che un uomo non venga incarcerato o privato dei figli (esempio, nel divorzio) “in attesa” di un vero e proprio processo che stabilisca reali colpe, ma sulla esclusiva base di unilaterale denuncia.

E' così frequente che il partito IDV ha di recente proposto di formalizzare tale procedura: che in fase di separazione venga negato l’affido condiviso (l’accesso libero ai figli) fino al terzo grado di giudizio (6 anni) al separato che riceva semplice denuncia anche senza, appunto, regolare processo.

Questa devianza incostituzionale del diritto ha fatto esplodere rapidamente il fenomeno delle false accuse;

plurime fonti internazionali (Procure, Eurispes, CFA, CDVD, GESEF, ecc..) riportano come oramai il 40-60% delle accuse di maltrattamenti si rivelino successivamente al processo false; percentuale imbarazzante ma che ulteriormente sale all'80-90% nei casi di separazione; e solo queste ultime in Italia sono 30-50.000 circa l'anno.


Le persone innocenti travolte da questi eventi (carcere, privazione dei figli, perdita di lavoro o casa) si trovano ad essere annientate, psicologicamente ed economicamente, emarginate e spinte fuori dalla società, dalla famiglia e della loro stessa vita. Le pene per chi compie questi atti di persecuzione e menzogna sono inesistenti. Alle vittime non viene riconosciuto alcuno dei terribili danni e shock subiti. Una bomba a orologeria che non tarderà ad esplodere.

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