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Un tempo l’uomo e la donna vivevano in buon equilibrio.
La durezza della sopravvivenza aveva imposto loro compiti precisi e complementari,
per cui la donna sopravviveva attraverso l’uomo (lavoro, soldi, protezione)
e l’uomo sopravviveva attraverso la donna (figli, affetti, valori).
Poi il cambiamento ambientale, maggiore benessere, sicurezza, qualità di vita e del lavoro,
portò la possibilità anche per la donna di esprimersi “al di fuori” di casa.
Questa nuova parità già ampiamente prevista nella Costituzione del 1948 stava andando
gradualmente affermandosi.
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Purtroppo però si inserì poi il femminismo, che, in tempi di già evidente
decadimento morale, caos, individualismo e superficialità, fece il più semplice e ottuso dei ragionamenti:
perché non prendersi tutta la torta?
D’altronde si chiamava femminismo, non personismo, o umanismo:
al centro non più la cura assoluta ed indiscriminata della persona
e delle nuove generazioni, ma della sola donna (..o della donna in prevalenza).
Ecco dunque i giorni nostri. Dove un uomo che ama, si sposa, fa figli, compra una casa,
rischia tutto quanto ha, una donna invece sa che anche se il rapporto va male
lei non perde niente, casa, figli, soldi, tutto resta a lei;
niente deterrente ma anzi un incentivo a farsi una nuova storia..
per sommare ai precedenti “averi” quelli nuovi.
Egoismo, possesso, cinismo, dissolutezza.
Nessuno spazio per amore, rischio, dono, armonia,
tutti elementi necessari per una vita e società sane.
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Sul lavoro le donne hanno ottenuto sportelli privilegiati nei centri impiego,
diventano dirigenti nelle SPA come nelle Pubbliche Amministrazioni senza merito o punteggi,
hanno forti sconti per le tasse universitarie, godono di funzioni politiche
(assessorati pari opportunità) nelle quali solo loro sono eleggibili,
e molto altro di aberrante ed incostituzionale.
Dall’altro lato, nella loro roccaforte (educazione, famiglia) sono il 90%
del corpo insegnante elementare, medio inferiore e superiore ed hanno ancora pieni poteri
di vita su figli e mariti, dal diritto familiare alle sentenze di divorzio fatte
in buona parte da giudici donna che ogni giorno tolgono sistematicamente i figli ai padri.
Ma si sa il potere non basta mai. E degenera in onnipotenza.
Ecco perché continuano le recriminazioni femministe, quasi grottescamente
e tristemente a raschiare il fondo di un barile già vuoto, a cercare le briciole
di un pavimento già ben spazzato. Ma non si accorgono che stanno lentamente disgregando,
liquidando la società;
fare la guerra al maschio
è come fare la guerra ad ogni uomo, ad ogni padre, ad ogni nonno, ad ogni figlio,
ad ogni famiglia, alla nostra stessa umanità ed a noi stessi.
Auguro ad ognuno di noi di trovare nuove strade dove amore ed armonia, pace e lungimiranza
possano tornare ad inebriare le nostre vite di luce, fiducia e nuova speranza.
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"Ci sono grandi donne nell’ombra e donne molto malvagie con troppo potere." --paternita.info
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vedi anche:
IL VUOTO INCOLMABILE (OGGETTI DI CONSUMO)
/
DUE E' MEGLIO DI UNO
/
UOMINI E DONNE: UNA SOLA CULTURA (SAGGIO GRATUITO, 2008)
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pubblicato anche in svizzera il 30.10.2011 dal settimanale "mattino della domenica" >> scarica adesso l'articolo
tiziano terzani: la guerra dei sessi
vedi il video sul femminicidio/maschicidio
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